RIPARAZIONE DELLE ERNIE IN MEDICINA VETERINARIA NEL CANE E NEL GATTO. LA ERNIOPLASTICA LAPAROSCOPICA IN MEDICINA VETERINARIA
Le ernie possono essere o congenite (presenti dalla nascita) o generalmente acquisite in seguito a traumi. Oggi in medicina umana le ernie addominali vengono spesso risolte in laparoscopia utilizzando come protesi delle reti di polypropylene e senza la necessità di un taglio chirurgico tradizionale. Tra i vantaggi sono l’eliminazione della tensione esercitata sui tessuti circostanti alla protesi con il conseguente dolore nel periodo post-operatorio ed il ritorno più rapido alle attività quotidiane con minore fastidio e dolore per il paziente.
Oggi anche in medicina veterinaria l’ernioplastica laparoscopica può essere
Nella nostra struttura diversi tipi di ernia possono essere affrontate in laparoscopia con un approccio chirurgico
mini invasivo, senza la necessità di un taglio chirurgico tradizionale (laparotomia).
Nella chirurgia delle ernie inguinali, con l’ausilio di una mini-telecamera di un diametro tra 2,7 e 5 mm, inserita a
livello dell’ombelico si può osservare accuratamente la cavità addominale e valutare nel dettaglio ambedue le
aree inguinali. In questo modo anche ernie bilaterali possono essere identificate con sicurezza e trattate con il
minor danno dei tessuti circostanti possibile. Trazioni inutili vengono evitate per il fatto che l’approccio avviene
dalla parte addominale e non dall’esterno con particolari strumenti chirurgici per la laparoscopia. L’immagine
viene riportata sul monitor e l’ingrandimento fino a 8x permette una valutazione eccellente di tutte le parti
anatomiche interessate e permette accurate manovre chirurgiche. L’intervento avviene ovviamente in anestesia
generale, attraverso due accessi di un diametro di 5 mm, i quali servono per l’inserimento degli strumenti
chirurgici in addome.
Durante tutto l’intervento il paziente viene monitorato da un’anestesista veterinario e le funzioni vitali vengono
registrate da un monitor specifico, presente su ogni macchina di anestesia inalatoria, come avviene in analogia in
medicina umana.
Vengono utilizzate diverse tecniche di apposizione e misure delle reti per ridurre i vari tipi di ernia. La rete viene
fissata con delle suturatrici laparoscopiche con punti assorbibili, i quali scompaiono con il tempo e non devono
essere rimossi.
Nel caso di ernie ombelicali e di ernie addominali, possono essere trovati nel sottocute parti di organi, come
anche parti di intestino. Una accurata valutazione della porta erniaria farà scegliere al chirurgo veterinario, se
intervenire con una incisione cutanea oppure con un approccio mini invasivo. In caso di una indicazione per
l’intervento laparoscopico, sia il peritoneo, che gli strati muscolari possono essere suturati dall’interno sotto
visione con la massima riduzione del trauma tissutale aggiuntivo. Anche qui una rete in polypropylene può offrire
il supporto necessario. Nel caso di ernie diaframmatiche invece, sia nel caso di ernie congenite (presenti dalla
nascita), sia nel caso di ernie acquisite, come nel caso di ernie causate in seguito a incidenti, si crea una
comunicazione anomala e pericolosa tra cavità addominale e cavità toracica. Qui viene utilizzata una tecnica
particolare dal nome “chirurgia video-assistita” durante la quale la tecnica laparoscopica funge da supporto alla
tecnica tradizionale.
LA SINDROME DEL TESSUTO OVARICO RESIDUO NEL CANE E NEL GATTO DOPO LA STERILIZZAZIONE
Che cosa succede nella “sindrome del tessuto ovarico rimanente”?
Nonostante l’animale, cane o gatto, sia stato sterilizzato precedentemente con una ovariectomia o
ovarioisterectomia, continua a mostrare i comportamenti di una femmina in calore.
Quali sono le cause di questo problema?
Se dopo una sterilizzazione chirurgica del cane o del gatto si manifestano segni di calore inaspettati, le cause
possono essere fondamentalmente due:
1) il tessuto ovarico o un solo ovaio sono stati rimossi parzialmente, per errore chirurgico;
2) oppure rimane presente del tessuto ovarico ectopico o accessorio (in una posizione
anomala) in grado di produrre ormoni, il quale è attivo anche dopo l’asportazione completa delle ovaie. Questo problema è stato descritto anche nella donna, oltre che nel gatto e nel bovino.
Come mi rendo conto che il mio animale presenta questa sindrome dopo la sterilizzazione?
L’animale presenta regolarmente cicli estrali con aumento di volume delle parti genitali e in certi casi anche con perdita di sangue periodico. Il comportamento è sovrapponibile ad una femmina in calore e può comparire
secondo uno studio americano da 2 settimane a tre anni dopo l’intervento chirurgico di sterilizzazione iniziale. Nei gatti è stata addirittura descritta una ricomparsa ritardata di segni di calore trascorsi 9 anni all’intervento di sterilizzazione.
Come può il medico veterinario diagnosticare la sindrome del tessuto ovarico rimanente?
In genere è sufficiente la presenza dei segni di calore, ciononostante sia stata effettuata una sterilizzazione chirurgica in precedenza. Esistono comunque esami di laboratorio che determinano il livello degli estrogeni nel
sangue del cane o del gatto e si può effettuare un esame delle cellule vaginali. Inoltre può essere utile un esame
ecografico per identificare la posizione del tessuto ovarico residuo. Ciò facilita al chirurgo la localizzazione precisa del tessuto ovarico residuo per l’adeguata asportazione.
Quali terapie sono disponibili e come si deve curare la sindrome del tessuto ovarico residuo ?
Con la chirurgia tradizionale non è sempre facile ritrovare il tessuto ovarico residuo per la sua localizzazione profonda e le dimensioni spesso ridotte; invece con l’ausilio della laparoscopia (chirurgia mini-invasiva) anche
piccoli frammenti di tessuto possono essere individuati sia nella cagna che nella gatta grazie all’ingrandimento ottico (x6) della telecamera (video-endoscopia). La rimozione completa di questo tessuto risolve il problema
definitivamente e non sono necessarie altre terapie. La terapia farmacologica con ormoni può essere tentata prima dell’intervento chirurgico in laparoscopia, ma potrebbe avere effetti collaterali, i quali dovranno essere
discussi con il medico veterinario di fiducia.
STERILIZZAZIONE DELLA CAGNA
7 buone ragioni per sterilizzare il tuo cane
- Se non si desiderano cuccioli
- Ridotto rischio di comparsa di patologie mammarie e uterine.
- Assenza di patologie ovariche dovute e progesterone (es. pseudo gravidanza).
- Assenza di patologie dovute agli estrogeni (prolasso o iperplasia vaginale).
- Nessuna cucciolata indesiderata o problemi legati a gravidanza e parto.
- Smettono le manifestazioni comportamentali legate al calore (monta, allontanarsi da casa).
- Prevenzione del randagismo.
Prima di prendere una decisione consultati sempre con il tuo veterinario di fiducia che conoscendo il tuo animale
ti saprà indicare la scelta migliore e fornire spiegazioni accurate.
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Cosa si intende per sterilizzazione della cagna?
Si intende la rimozione delle gonadi femminili (utero e ovaie), cioè gli organi della riproduzione.
Cosa si intende per ovariectomia/ovarioisterectomia nella cagna?
Con ovariectomia o ovaroisterectomia si intende la rimozione chirurgica delle gonadi (ovaie o ovaie ed utero), gli
organi della riproduzione, La sterilizzazione può essere effettuata per prevenire la riproduzione o con fini
terapeutici e preventivi.
Posso ricorrere alla chirurgia mini invasiva per la sterilizzazione? Quali sono i vantaggi?
La chirurgia mini invasiva è una tecnica chirurgica che attraverso l’utilizzo di particolari strumenti e metodiche
all’avanguardia, permette la sterilizzazione (ovariectomia/ovaristerectomia in laparoscopia) della cagna senza
dover ricorrere alla chirurgia classica e quindi a brecce operatorie più ampie. Ciò significa che al risveglio il
paziente può tornare a casa immediatamente, senza dolore e senza necessità di cure aggiuntive – medicazioni,
somministrazioni di farmaci, collare elisabettiano. Al posto del taglio chirurgico classico avremo solo tre punti
esterni e nessuno interno, a tutto vantaggio della rapida ripresa del nostro amico. Questa tecnica inoltre riduce il
rischio di infezioni postoperatorie, il gonfiore locale e la riapertura della breccia operatoria.
E’ necessaria una degenza dopo la sterilizzazione in laparoscopia (chirurgia mini invasiva)?
Generalmente non è necessaria alcuna degenza, il paziente torna a casa in giornata, nella normalità non
necessità di particolari accorgimenti (non serve il collare elisabettiano) né della somministrazione di farmaci.
Nella cagna è meglio togliere solo le ovaie o ovaie ed utero?
Non c’è alcun vantaggio e nessuna evidenza scientifica nell’effettuare l’ovariectomia o la ovarioisterectomia
pertanto se non ci sono indicazioni specifiche è preferibile asportare solo le ovaie che richiedono un tipo di
intervento molto più breve e più sicuro.
Qual è l’età migliore per la sterilizzazione della cagna?
In teoria la sterilizzazione può essere praticata in qualunque momento della vita del cane, tuttavia, per poter
sfruttare appieno i vantaggi terapeutici della sterilizzazione, come la riduzione dell’insorgenza di tumori mammari,
l’età migliore sembra essere dopo i tre mesi (prima aumenta il rischio di insorgenza di incontinenza urinaria nella cagna adulta) e PRIMA del primo calore. Oltre il terzo calore l’intervento non ha più significato come indicazione
preventiva per ridurre l’incidenza di tumori mammari e della piometra (infezione purulenta dell’utero).
Il periodo migliore per l’intervento coincide nella cagna con l’anestro e cioè tra 2,5 e 5,5 mesi dopo l’inizio del
calore.
Quali sono i vantaggi della sterilizzazione nella cagna?
Il rischio di insorgenza di tumore mammario – patologia purtroppo comune nelle cagne – è fino a 3-7 volte minore
rispetto a femmine intere. Il rischio è ancora diminuito se la sterilizzazione avviene precocemente, meglio se
prima del primo calore. Il rischio di tumore mammario dopo i 2,5 anni o dopo il terzo calore è uguale in cagne
intere o sterilizzate.
Diminuzione del rischio di patologie uterine (piometra) e patologie ovariche (cisti, o tumori)/uterine.
Assenza di problemi legati alla gravidanza e parto.
Assenza di patologie mediate da estrogeni come prolasso o iperplasia vaginale.
Migliora la convivenza in famiglia.
Quali sono gli svantaggi di un intervento di sterilizzazione nella cagna?
Sebbene permangono rischi generici legati all’intervento anestetico e chirurgico in se, tuttavia al giorno d’oggi i
rischi sono veramente limitati poiché si eseguono protocolli anestetici sicuri e il paziente viene monitorato durante
tutto l’intervento. Se la sterilizzazione viene effettuata in laparoscopia sono poi ulteriormente diminuiti i rischi di
infezioni o emorragie post operatorie.
Quali sono gli effetti della sterilizzazione sul comportamento della cagna?
Non è più presente il calore o ciclo né comportamenti di tipo riproduttivo. Tali comportamenti smettono
immediatamente in cagne non in estro, altrimenti dopo qualche giorno.
Non ci sono evidenze che un parto prima dell’ intervento di sterilizzazione abbia influenze sul carattere del cane
Sono stati segnalati rari casi in cui la sterilizzazione nella cagna porta ad una accentuazione dei caratteri di
dominanza
Può diminuire l’ansia da separazione
Scompare la tendenza di scappare da casa quando in estro, alla ricerca di un maschio.
E’ meglio far accoppiare la cagna una volta prima dell’intervento di sterilizzazione?
Non ci sono indicazioni che un accoppiamento e parto prima della sterilizzazione possa avere qualche beneficio
per il carattere della cagna o la sua salute. Ci sono invece indicazioni mediche chiare a favore di una
sterilizzazione precoce (prima del primo calore) – vedi i vantaggi della sterilizzazione
Dopo la sterilizzazione la cagna può andare incontro a fenomeni di incontinenza urinaria?
Cagne sterilizzate possono andare incontro ad un rischio di incontinenza urinaria in età adulta aumentato dal 3 al
20 % rispetto allo 0,3% di cagne intere. Il rischio è maggiore se l’intervento viene effettuato prima dei tre mesi
pertanto l’età migliore è tra 3 e 6 mesi, e comunque prima del primo calore. I sintomi possono comparire dopo
anni o non comparire affatto. In caso si dovesse manifestare, l’incontinenza urinaria può essere curata con
somministrazione di farmaci specifici o corretta con un intervento chirurgico.
Aumenta il peso dopo l’intervento di sterilizzazione?
L’obesità è un effetto secondario della sterilizzazione (25-50%) che può essere contrastato con una dieta
equilibrata e un’attività fisica giornaliera proporzionata allo stile di vita. Non ci sono invece evidenze che
dimostrino un aumento della sedentarietà legato alla sterilizzazione.
STERILIZZAZIONE DEL CANE MASCHIO
Prima di prendere una decisione consultati sempre con il tuo veterinario di fiducia che conoscendo il tuo animale
ti saprà indicare la scelta migliore e fornire spiegazioni accurate.
Cosa si intende con orchiectomia?
Con orchiectomia si intende la rimozione chirurgica delle gonadi maschili (testicoli), gli organi della riproduzione.
Cosa si intende per vasectomia/deferentectomia?
Si intende l’asportazione parziale o la chiusura dei dotti deferenti che normalmente trasportano gli spermatozoi,
mentre i testicoli vengono lasciati in sede.
Quali sono i vantaggi della sterilizzazione di un cane maschio da un punto di vista fisico e comportamentale?
- Annullamento del rischio di neoplasia testicolare, torsione del testicolo, infezioni del testicolo
- Prevenzione dell’ipertrofia benigna della prostata
- Diminuisce aggressione tra maschi fino al 60% (ma non in situazioni diverse per es. guardia, difesa ecc.)
- Diminuisce la marcatura del territorio con le urine fino al 50%
- Diminuisce la tendenza a girovagare fino al 90%
- Diminuisce ansia da separazione
- Non segnalato un aumento di peso
- Il cane non diventa meno attivo
- Comportamenti come l’abbaiare, la caccia, l’affettuosità, il gioco non diminuiscono
- Migliora la convivenza in famiglia
Quali sono gli svantaggi?
Se l’intervento viene effettuato prima della pubertà (prima di 6 mesi) sembra si possa verificare un:
- Aumento dell’aggressività verso i membri famiglia
La tendenza ad abbaiare di più - Ringhiare verso gli estranei
- Maggiore paura dei rumori
Tuttavia le modificazioni comportamentali legate all’intervento di sterilizzazione, peraltro abbastanza remote, necessitano di ulteriori studi e approfondimenti.
Tra le complicazioni legate all’intervento si possono menzionare emorragie, abrasione e tumescenza dello scroto, infezione dell’incisione.
Qual è l’età migliore per la sterilizzazione del cane maschio?
Se l’intervento viene effettuato prima della pubertà (cioè prima dei 6 mesi), si ha l’annullamento del
comportamento di monta e copula. Tale comportamento potrebbe permanere anche per anni se la sterilizzazione
viene effettuata in un maschio adulto esperto. In cani in cui, prima dell’intervento, il pene è completamente estruso dal prepuzio non sono evidenti problemi di
adesioni epiteliali tra pene e prepuzio.
STERILIZZAZIONE DELLA GATTA
Prima di prendere una decisione consultati sempre con il tuo veterinario di fiducia che conoscendo il tuo animale ti saprà indicare la scelta migliore e fornire spiegazioni accurate.
Cosa si intende per sterilizzazione (gonadectomia) della gatta?
Si intende la rimozione delle gonadi femminili (utero e ovario), cioè gli organi della riproduzione.
E’ meglio togliere solo le ovaie o ovaie ed utero?
Esistono scarse informazioni in proposito, tuttavia l’asportazione delle sole ovaie è un intervento più semplice e meno traumatico.
Quali sono i vantaggi della sterilizzazione nella gatta?
Scompaiono i segni del calore e non si avranno rischi di gravidanza
Diminuisce di 7 volte rispetto a gatte intere, la possibilità di sviluppare tumori mammari maligni, comuni nei gatti.
Prevenzione della piometra (infezione dell’utero).
Assenza di complicazioni dovute a gravidanza e parto.
Da un punto di vista comportamentale la sterilizzazione della gatta previene la ricomparsa del ciclo.
La marcatura del territorio con le urine si riduce ed è direttamente correlata al numero di altri gatti presenti.
Questo comportamento non è influenzato dall’età in cui si effettua la sterilizzazione.
Migliora la convivenza in famiglia
Quali sono i rischi?
Complicazioni generiche dovute all’intervento riguardano il rischio anestetico, e in chirurgia classica infezione del taglio operatorio, reazione al materiale di sutura indipendentemente dal materiale, emorragie di arterie ovariche e uterine.
Gatte sterilizzate tendono a mangiare di più (aumenta l’appetito) mentre diminuisce il metabolismo basale del 30% pertanto è necessario il controllo delle razioni di cibo!
La gatte sterilizzate possono mostrarsi più timide nei confronti di estranei ed essere meno iper-attive se l’intervento viene effettuato prima dei 5 mesi d’età.
Dopo la sterilizzazione la gatta può andare incontro a fenomeni di incontinenza urinaria?
L’incontinenza urinaria, al contrario di quanto conosciuto nel cane, nella gatta sterilizzata generalmente non viene riscontrata.
A che età è meglio eseguire l’intervento di sterilizzazione nella gatta? Poiché gattine di pochi mesi (maturità sessuale raggiunta tra 4 e 21 mesi) possono già portare a termine una gravidanza, negli USA, dove il problema del randagismo e della sovrappopolazione è particolarmente sentito, la
gonadectomia viene praticata regolarmente tre 6 e 12 settimane di vita. A questa età l’intervento risulta meno invasivo e pertanto meno traumatico, il recupero è più veloce e le complicazioni post-operatorie minori.
Il periodo migliore per eseguire l’intervento è durante l’anestro stagionale.
STERILIZZAZIONE DEL GATTO MASCHIO
Prima di prendere una decisione consultati sempre con il tuo veterinario di fiducia che conoscendo il tuo animale ti saprà indicare la scelta migliore e fornire spiegazioni accurate.
Cosa si intende con sterilizzazione (orchiectomia) del gatto maschio?
Con orchiectomia si intende la rimozione chirurgica delle gonadi (testicoli), gli organi della riproduzione.
Quali sono i vantaggi della sterilizzazione nel gatto maschio?
Il comportamento sessuale (monta) cessa del tutto, ma in maschi che vengono sterilizzati da adulti ed hanno esperienza, tale comportamento può permanere anche per anni dopo l’intervento.
Se la sterilizzazione avviene intorno ai a 4 mesi (maturità sessuale intorno ai 5 mesi) non si manifesteranno più comportamenti sessuali.
Il vagabondaggio e le aggressioni tra maschi diminuiscono rapidamente dopo l’intervento.
Diminuzione rapida della marcatura del territorio con le urine.
Miglior ala convivenza in famiglia poiché, come molti proprietari sanno, il comportamento di un gatto maschio.
intero all’interno di una famiglia è spesso difficilmente gestibile.
Quali sono i rischi?
A parte i rischi generici legati all’intervento, non ci sono grandi complicazioni. Antibiotici a lento rilascio assicurano una copertura dalle infezioni.
A che età è meglio eseguire l’intervento di sterilizzazione nel gatto?
Poiché gattini di 4 mesi sono già in grado di eseguire la monta ed eiaculare seme fertile, dove il problema del sovraffollamento felino è molto sentito, i gatti vengono sterilizzati tra le 6 e le 12 settimane di vita. A questa età
l’intervento risulta meno invasivo e pertanto meno traumatico, il recupero è più veloce e le complicazioni postoperatorie minori. Inoltre la sterilizzazione effettuata prima del quarto mese previene il permanere di comportamenti di monta, che possono invece permanere per periodi di tempo variabili quando si sterilizza un gatto adulto esperto.
Tuttavia la castrazione in gatti più piccoli di 5 mesi aumenta il rischi di adesione del prepuzio al pene. Quindi la sterilizzazione del gatto maschi è consigliata in maschi in cui il pene già protrude che ancora non siano adulti ed esperti.
ATTENZIONE:
dopo l’intervento gli spermatozoi possono rimanere attivi i per 5-49 giorni nell’eiaculato, quindi il gatto è potenzialmente fertile.
Dai dati attualmente a disposizione il gatto non va incontro ad un aumento di peso né diventa più letargico.
RIMOZIONE DI CORPI ESTRANEI ESOFAGEI
RIMOZIONE DI CORPI ESTRANEI DALLO STOMACO DEL CANE
Quali interventi terapeutici possono essere eseguiti con la video-endoscopia nel cane?
Una delle applicazioni della video-endoscopia è la gastroscopia cioè l’esplorazione attraverso l’esofago, dello stomaco, con il video-endoscopio.
Ciò permette l’identificazione ed il recupero in diversi casi di corpi estranei
ingeriti, senza dover ricorrere alla chirurgia classica, più invasiva. Questa tecnica permette inoltre la valutazione di eventuali danni provocati dal corpo estraneo e la loro esatta estensione.
Quali sono i corpi estranei più frequentemente ritrovati a livello gastrico nel cane?
Non c’e limite alla varietà e spesso anche alla dimensione spesso sorprendente dei corpi estranei ingeriti e poi ritrovati generalmente nell’esofago e nello stomaco dei cani. Non è rara la presenza di schegge di ossa, pietre, palline, monete e chiavi, tappi di bottiglia e noccioli di frutta e calzini, solo per menzionare alcuni. Più raramente si incontrano nei gatti, ma purtroppo in questo caso sono spesso costituiti da fili lunghi o cordicelle ingerite perché intrise di un sapore appetitoso ma che si rivelano particolarmente pericolosi quando ingeriti.
Come posso sospettare che è stato ingerito un corpo estraneo dal cane?
Eccessivo flusso di saliva, dolore durante la deglutizione, rigurgito di materiale alimentare fanno sospettare l’ingestione di un corpo estraneo, il quale si può essere incastonato a diversi livelli tra esofago e stomaco sia nel
cane che nel gatto. In certi casi si evidenziano vomito o difficoltà respiratorie e non sempre è facile pensare all’ingestione di un copro estraneo. Sarà il medico veterinario a valutare la situazione e probabilmente consigliare
una radiografia o un esame endoscopico per valutare tipo e posizione del corpo estraneo.
Quanto è pericolosa la presenza di un corpo estraneo nell’esofago o nello stomaco del cane?
In certi casi la presenza del corpo estraneo può causare lesioni alla mucosa o infezioni e necrosi localizzata nel punto di contatto specialmente a livello esofageo. Prima il corpo estraneo viene rimosso e meglio è; in questo
modo si possono anche ridurre i tempi d’intervento evitando una chirurgia estesa, ridurre i traumi tessutali, ottenere un rapido recupero dell’animale senza complicazioni. Corpi estranei a livello esofageo devono essere
rimossi tempestivamente per evitare danni perforanti alla mucosa e conseguente restrizione del lume.
Come funziona la rimozione dei corpi estranei tramite video-endoscopia nel cane?
Attraverso una canale di lavoro all’interno di un endoscopio flessibile inserito nell’esofago del cane/gatto in anestesia generale, vengono passati particolari strumenti in grado di recuperare i vari tipi di corpo estraneo.
Esistono delle piccole sacche, lacci ma anche delle calamite per il recupero di parti metalliche.
LA TORSIONE DELLO STOMACO O TORSIONE GASTRICA
CHE COSA È LA TORSIONE DELLO STOMACO NEL CANE?
Si tratta di una dilatazione acuta dello stomaco in concomitanza con una rotazione intorno all’asse maggiore dello stesso, e rappresenta una vera e propria emergenza medica che deve essere risolta prima possibile per evitare la morte del cane.
COME RICONOSCO IN TEMPO UTILE L’INSORGENZA DELLA TORSIONE DELLO STOMACO ?
Spesso i primi sintomi si presentano la sera tardi o durante la notte e dall’esperienza pratica dopo l’ultimo pasto e la passeggiata serale. Ma anche in cani seduti tranquilli in un box possono insorgere i sintomi della torsione
gastrica. Il cane si mostra agitato e cerca di rigurgitare cibo e di vomitare, ma senza alcun successo. Entro poco tempo si nota un gonfiore anomalo dell’addome, ma non sempre questo è visibile in cani di taglia grande. Il cane
mostra poi segni di dolore e respira più rapidamente. Se non si interviene in tempo, portando il cane al pronto soccorso veterinario, iniziano i sintomi cardio-circolatori, l’animale collassa e muore in tempo breve.
IN CASO DI SOSPETTO DI TORSIONE DELLO STOMACO BISOGNA STARE ATTENTI ALLE MODALITÀ DI TRASPORTO ?
Una volta riconosciuti i segni sopra descritti non bisogna perdere tempo e portare il cane al più vicino pronto soccorso veterinario. Bisogna evitare di farlo camminare e agitare ulteriormente.
SI TRATTA DI UNA PATOLOGIA COMUNE NEL CANE ?
Generalmente è una patologia rara, la quale si riscontra principalmente nelle razze di cane di grande taglia come l’alano, il pastore tedesco, il lupo cecoslovacco, setter, mollossoidi, mastini e altre razze di cani di ogni età e
sesso (media statistica dell’insorgenza della patologia 6 anni). Nella nostra casistica di cani con torsione dello stomaco si trova anche un Licaone (Licaon pictus), cane selvatico dell’Africa meridionale. Il medico veterinario
sarà inoltre in grado di differenziare tra una torsione dello stomaco ed una dilatazione dello stomaco senza torsione.
QUALI SONO LE CAUSE CHE PROVOCANO LA TORSIONE DELLO STOMACO ?
Finora non è stata identificata una singola causa scatenante, ma sono stati ipotizzati diversi fattori predisponenti e scatenanti. La forma dell’addome, i legamenti addominali lassi, lo svuotamento gastrico ritardato, il tipo di
alimentazione, l’aerofagia e situazioni di stress grave, sembrano essere tra i fattori predisponenti.
E’ POSSIBILE PREVENIRE LA TORSIONE DELLO STOMACO PRIMA CHE ACCADA ?
Si, con un intervento di gastropessi preventiva eseguito il prima possibile. Si tratta di fissare chirurgicamente in modo permanente lo stomaco alla parete addominale, per prevenire lo spostamento anomalo dello stomaco ed
evitare così la torsione. Vantaggi e svantaggi della tecnica vengono discussi, ma gran parte dei medici veterinari consigliano, dopo valutazione del singolo individuo, questo tipo di intervento preventivo.
SI PUÒ ESEGUIRE UNA GASTROPESSI PREVENTIVA IN LAPAROSCOPIA CON LA CHIRURGIA MINI INVASIVA ?
L’intervento di gastropessi preventiva in laparoscopia richiede solamente due porte di ingresso in addome di una misura di 5 mm e un’incisione piccola sulla parete addominale tra 3 e 5 cm. L’intervento si esegue in tempi brevi e
si evita una breccia operatoria di notevoli dimensioni, come necessaria nella chirurgia tradizionale. Si consiglia per tutte le razze di taglia grande e giganti ma come in tutti i casi, deve essere valutato accuratamente il singolo
paziente dal veterinario e dal chirurgo.
FAR GIOCARE IL CANE DOPO UN PASTO ABBONDANTE AUMENTA IL RISCHIO DI UNA TORSIONE DELLO STOMACO?
Questa ipotesi ampiamente discussa in passato non sembra avere alcun riscontro scientifico, in quanto vengono colpiti anche cani a digiuno completo e/o tenuti in degenza senza possibilità di movimento esteso.
COSA FA IL VETERINARIO IN CASO DI TORSIONE DELLO STOMACO ?
La prima cosa da fare è decomprimere lo stomaco. Nell’80% circa dei casi, intervenendo in tempi rapidi, è possibile, con opportune manovre, introdurre una sonda ed ottenere la fuoriuscita di gas accumulato e di cibo. A
distanza di 48 ore dalla manovra va eseguita la gastropessi per la prevenzione futura della torsione dello stomaco. Nel rimanente 20% dei casi è indispensabile ricorrere ad una laparotomia (incisione chirurgica per
accedere all’addome) per riposizionare l’organo dislocato.
COM’È LA PROGNOSI IN CASO DI TORSIONE DELLO STOMACO?
Dipende molto dal tempo intercorso tra i primi sintomi, la decompressione dello stomaco è la terapia veterinaria mirata. Più rapidamente viene trattata la torsione, migliore risulta la prognosi e minori saranno le complicazioni.
Statisticamente viene descritta comunque una mortalità tra il 25 e 60 % dei cani colpiti dalla torsione dello stomaco.
DOPO UN EPISODIO DI TORSIONE GASTRICA /GDV LA PATOLOGIA PUÒ RIPRESENTARSI PRIMA O POI?
Se non viene eseguito un intervento di gastropessi preventiva, sempre!
UNA VOLTA RISOLTA LA TORSIONE DELLO STOMACO, IL CANE POTREBBE AVERE CONSEGUENZE FUTURE?
Generalmente non di entità tale da pregiudicare una normale qualità di vita. Comunque bisogna tenere in mente, come riporta anche una pubblicazione inglese recente, che nel 40% dei casi si riscontra un aritmia cardiaca di
diverso grado e gravità fino a 72 ore dopo l’insorgenza della torsione dello stomaco, quale conseguenza di squilibri elettrolitici, acido-basici ed emodinamici. Questo problema richiede un monitoraggio attento ed una
eventuale terapia mirata per evitare il decesso dell’animale dopo l’intervento chirurgico di emergenza per risolvere la torsione dello stomaco.
INCONTINENZA URINARIA NEL CANE
Cosa si intende per incontinenza urinaria nel cane?
Si tratta della incapacità di controllare in modo autonomo la minzione.
Quali possono essere le cause di incontinenza urinaria nel cane?
Le cause sono essenzialmente ascrivibili a fattori neurologici che non permettono una contrazione efficace della muscolatura della vescica urinaria (vescica spastica), oppure ad incompetenza dello sfintere vescicale. Altra
causa può essere una trazione meccanica per un’aderenza o per spostamento caudale della vescica (vescica pelvica).
Come si può affrontare la terapia dell’incontinenza urinaria nel cane?
Se non si tratta di una incontinenza causata da fattori infettivi, generalmente la terapia si basa sulla somministrazione di prodotti ormonali o, quando questi non ottengono i risultati desiderati, attraverso una procedura chirurgica (colposospensione) che può essere eseguita sia con tecnica laparotomica (chirurgia classica) ma soprattutto in laparoscopia o chirurgia mini-invasiva
CALCOLI E CRISTALLI URINARI NEL CANE
CALCOLI NELLA VESCICA URINARIA
CALCOLI NELLE VIE URINARIE
UROLITIASI
Come capisco se il cane ha problemi relativi alla presenza calcoli urinari?
Se l’animale tenta ripetutamente a urinare e non riesce, guaisce e si mostra insofferente, non tardare ad effettuare una vista veterinaria. Lo stesso vale nel caso della presenza evidente di sangue nelle urine. I calcoli spesso non vengono identificati finché non si presenta la difficoltà di urinare o si trova sangue nelle urine.
Cosa sono i calcoli urinari?
I calcoli nella vescica sono concrezioni di cristalli di varia natura e possono portare a ripetute infiammazioni e addirittura a ostruzioni delle vie urinarie con conseguente blocco del deflusso normale dell’urina. I calcoli urinari
possono essere di diversa composizione chimica, consistenza e forma.
C’e differenza tra cani maschi e femmine per quanto riguarda il rischio di calcoli urinari?
I cani maschi sono maggiormente interessati da urolitiasi rispetto alle femmine anche se i motivi di questa differenza tra i sessi non sono finora del tutto chiariti. Certa è la difficoltà di espellere calcoli di una certa
grandezza attraverso l’uretra maschile che delimitata dall’osso del pene ha minore possibilità di espansione rispetto a quella della femmina.
Quali fattori inducono la formazione dei calcoli urinari ?
La formazione di calcoli dipende fondamentalmente dalla predisposizione genetica (razza), da fattori metabolici e da fattori alimentari. Anche farmaci che portano ad ipercalcemia (glucocorticoidi, furosemide, integratori minerali) possono partecipare alla formazione di calcoli urinari.
Ci sono razze di cani particolarmente predisposte alla formazione di calcoli?
Il dalmata per una sua predisposizione genetica è particolarmente a rischio per formazione di calcoli di urato a causa dei livelli molto elevati di acido urico nelle urine. Per tutte le altre razze in genere, i più colpiti sono cani
adulti o di età avanzata. Nei cani giovani invece si riscontrano generalmente calcoli di struvite associati a infezioni ripetute delle vie urinarie.
Qual’è la migliore prevenzione per questi disturbi urinari ?
Nei soggetti predisposti, una dieta adeguata, esami preventivi del sedimento urinario ed urinocoltura possono diminuire l’incidenza di calcolosi.
Quali interventi diagnostici può effettuare il medico veterinario ?
Il medico veterinario deve differenziare fondamentalmente tra la presenza di calcoli nelle vie urinarie (urolitiasi) e l’infezione delle vie urinarie o le neoplasie dell’apparato urinario. A questo scopo può inserire un catetere urinario, effettuare una radiografia con o senza mezzi di contrasto e valutare il contenuto della vescica e delle vie urinarie con l’ausilio dell’ecografia.
Come possono essere rimossi i calcoli dalla vescica nel cane ?
Si consiglia di rimuovere calcoli vescicali in ogni caso e appena identificati, anche se al momento non danno particolari problemi. Possono essere causa di infezioni urinarie ricorrenti e nel maschio possono portare in ogni
momento ad ostruzione dell’uretra. Possono essere rimossi chirurgicamente in laparoscopia con una tecnica mini-invasiva o laparo-assistita o tramite uroidropropulsione. Alcuni calcoli possono essere dissolti con un
trattamento farmacologico e con misure dietetiche mirate. La scelta dell’approccio terapeutico deve essere valutata accuratamente dal medico veterinario insieme al proprietario del cane. Indispensabile, a rimozione
avvenuta, è la terapia a lungo termine, la quale deve prevenire il riformarsi dei calcoli. L’analisi dei calcoli rimossi permette la scelta del trattamento corretto.
ALIMENTAZIONE CON SONDA DEL CANE
GASTROSTOMIA DEL CANE
SONDA PER L’ALIMENTAZIONE ARTIFICIALE
PEG – PERKUTANE ENDOSKOPISCHE GASTROSTOMIE
Che cosa si intende per gastrostomia nel cane – PEG?
Si tratta dell’inserimento e della fissazione permanente di una sonda/ tubo nella parete addominale del cane, attraverso la quale è possibile alimentare un animale non in grado di alimentarsi temporaneamente da solo. In
medicina veterinaria ci sono tecniche chirurgiche, endoscopiche e non endoscopiche (alla cieca) che permettono l’inserimento della sonda.
Per quanto tempo può rimanere una sonda, senza creare problemi al cane?
La presenza della sonda fissata in modo corretto non porta a problemi particolari per il cane e la permanenza fino a parecchi mesi non rappresenta un problema.
Come si esegue una gastrostomia – PEG al cane?
In anestesia generale di breve durata il paziente viene posto in decubito laterale destro e con l’ausilio di un endoscopio flessibile viene inserita la sonda gastrica, la quale alla fine della procedura permette l’introduzione di
alimenti speciali direttamente nello stomaco senza passare né per il cavo orale, né per l’esofago.
Ci sono rischi nell’utilizzo della gastrostomia – PEG al cane?
Ovviamente è necessaria un’anestesia, anche se di breve durata ed il medico veterinario deve valutare i rischi individuali per il singolo animale. Per cani grandi oltre i 25 kg questa tecnica non è indicata. Molto raramente i
cani strappano il tubo dalla parete addominale: Questa circostanza deve essere gestita tempestivamente in modo corretto per evitare complicazioni (peritonite).
Quale tipo di alimento si somministra attraverso una sonda PEG al cane?
Ci sono diversi prodotti disponibili sul mercato, tra gli altri Hills a/d oppure Eukanuba Nutritional Recovery Formula, i quali, con l’aggiunta calcolata di acqua secondo necessità, possono essere somministrati attraverso il
tubo PEG. Quantità e frequenza dell’alimentazione deve essere accordati con il medico veterinario secondo le necessità individuali del cane.
DEFERENTECTOMIA NEL CANE MASCHIO
VASECTOMIA NEL CANE MASCHIO IN LAPAROSCOPIA
CONTROLLO DELLA RIPRODUZIONE NEL CANE MASCHIO
CHIRURGIA MINI INVASIVA E CONTROLLO DELLA RIPRODUZIONE NEL CANE
La deferentectomia o l’ interruzione chirurgica del vaso deferente sospende la fertilità del cane maschio senza alterare il comportamento tipico del maschio in alcun modo.
Mantenendo i testicoli al contrario della castrazione, viene mantenuta la produzione degli ormoni maschili e di tutti i comportamenti influenzati da tali ormoni androgeni. Bisogna sapere che spermatozoi vitali possono
permanere nell’eiaculato fino a 4 settimane dopo l’intervento e quindi controllare gli accoppiamenti in questo periodo.
Dopo la deferentectomia il cane continua a comportarsi normalmente, si può accoppiare ma non è più fertile. Sono in fase sperimentale anche tecniche di vasectomia o deferentectomia reversibile, usati generalmente per
animali di grande pregio e dove viene richiesto un controllo della riproduzione reversibile.
La tecnica laparoscopica permette una interruzione dei vasi deferenti all’interno dell’addome senza incisioni cutanei di rilievo. L’ intervento in chirurgia mini invasiva permette una visualizzazione precisa di tutte le parti
anatomiche e l’asportazione di una parte del vaso deferente. L’applicazione di vas plugs evita una ricanalizzazione dei vasi deferenti, blocca la fertilità ma offre la reversibilità futura dell’intervento.
Questo intervento viene consigliato in tutti i casi nei quali si desidera controllare la fertilità del cane maschio, senza correre il rischio di insorgenza degli effetti collaterali della castrazione. Dall’altro canto la castrazione completa previene l’insorgenza di alcune patologie legate alla presenza dei testicolo. Si consiglia di discutere in ogni caso il tipo di intervento con il medico veterinario di fiducia.
ENDOSCOPIA RIGIDA
Che cosa è l’endoscopia rigida ?
La tecnica dell’endoscopia si avvale di particolari strumenti ottici, video e delle telecamere in miniatura, i quali permettono la visualizzazione di organi e del loro interno, che altrimenti sarebbero non visibili all’occhio del chirurgo.
Un endoscopio rigido, non può essere piegato e non è flessibile come un gastroscopio oppure il broncoscopio, i quali vengono inseriti nell’esofago e nelle vie respiratorie rispettivamente e devono seguire il percorso anatomico del lume. L’endoscopio rigido esiste in diverse lunghezze e diametri fino ai più piccoli con pochi millimetri di diametro. Un endoscopio può essere introdotto negli orifizi naturali di una animale, come l’orecchio, il naso, la bocca, l’apparato riproduttivo ed il retto. Questo permette una visualizzazione
accurata ed anche il prelievo di materiale diagnostico mirato e preciso come nel caso delle biopsie, se necessario.
L’endoscopio può essere inserito anche nella cavità addominale o nel torace previa introduzione transcutanea di una particolare guida. Questo avviene ovviamente rispettando la sterilità chirurgica e viene
eseguito previa sedazione ed anestesia per non agitare l’animale inutilmente.
L’endoscopia rigida rappresenta un mezzo diagnostico di inestimabile valore e viene utilizzato anche nella chirurgia mini-invasiva a scopo terapeutico in medicina veterinaria, come anche in ortopedia veterinaria (artroscopia). Utilizziamo esclusivamente endoscopi rigidi delle aziende leader del settore come Storz e Olympus di diverse misure, a partile da 2,7 mm di diametro fino a 10 mm di diametro, a secondo dell’intervento da eseguire e la mole del paziente. La tecnica è ancora poco diffusa in Italia, ma in Inghilterra,
Germania e USA è entrata nello standard delle cliniche veterinarie specialistiche.
Che tipo di interventi a mezzo dell’endoscopia rigida vengono effettuati presso la nostra struttura a Roma ?
Otoscopia:
Consiste nell’inserimento di un minuscolo endoscopio nel canale auricolare dell’animale. L’immagine catturata da una telecamera viene ingrandita e visualizzata sul monitor. Con questa tecnica possiamo visualizzare l’interno del canale auricolare fino al timpano e valutare la presenza di un corpo estraneo (per esempio forasacco), la presenza di funghi ed acari o altre patologie dell’orecchio medio ed esterno. In otoscopia si può eseguire un lavaggio accurato del canale auricolare ed asportare accuratamente il cerume per iniziare poi una terapia mirata come nel caso dell’otite cronica comune del cane e del gatto.
Rinoscopia:
L’endoscopio di un diametro di 2,7 mm e di una lunghezza fino a 25 cm viene introdotto attraverso le narici e inserito seguendo i seni nasali, in modo da evidenziare nel dettaglio la mucosa nasale e tutte le strutture anatomiche interne come le coane in profondità. La rinoscopia risulta fondamentale per la diagnostica delle
patologie del naso e delle alte vie respiratorie nel cane e gatto. Neoplasie (tumori) della cavità nasale, la rinite micotica, le rinite allergiche, ma anche la presenza di corpi estranei, come forasacchi o fili d’erba, possono essere diagnosticati ed affrontati con questo tipo di endoscopia rigida.
Cistoscopia:
La cistoscopia permette attraverso l’inserimento di un endoscopio fine di una lunghezza fino a 30 cm, l’esplorazione delle basse vie urinarie e la valutazione visiva dell’interno della vescica. Risulta essere un ottimo mezzo per la diagnosi di patologie del tratto urogenitale e riproduttivo nei cani e nei gatti. Anche per la
valutazione delle cause dell’incontinenza urinaria nella cagna risulta di inestimabile valore insieme all’ecografia e uretro-cistografia. Patologie come l’uretere ectopico o l’incontinenza urinaria possono essere affrontati in chirurgia mini-invasiva o con l’ausilio dell’endoscopio rigido con l’inoculazione di collagene
nell’uretra. Un’altra applicazione di questa tecnica è l’asportazione di calcoli dalla vescica direttamente attraverso le vie naturali oppure con una tecnica laparo-assistita.
Rettoscopia:
L’inserimento di un endoscopio per la rettoscopia o per la colonscopia è indicata in tutti i casi, nei quali si sospettano patologie a livello dell’ultimo tratto dell’intestino. Spesso il sangue nelle feci del cane o del gatto oppure la difficoltà di defecare, sono ragioni per le quali viene richiesto una rettoscopia o colonscopia.
Durante questi esami si possono prelevare biopsie o asportare direttamente dei piccoli polipi.
Laparoscopia:
Nella laparoscopia si esplora l’interno della cavità addominale del paziente con un endoscopio rigido. Si può effettuare una semplice osservazione degli organi interni, in alternativa alla laparotomia esplorativa, la quale richiede un taglio addominale esteso, ma si possono effettuare anche prelievi di tessuti o di altro materiale
diagnostico per determinare una specifica patologia (fegato, rene, pancreas, intestino). Oltre a questo utilizziamo la laparoscopia anche nella chirurgia mini-invasiva, durante la quale non viene effettuato un taglio dell’addome, ma attraverso piccole guide vengono inseriti degli strumenti chirurgici in miniatura. Oggi la sterilizzazione del cane e del gatto, l’asportazione di calcoli dalla vescica, la gastropessi preventiva (prevenzione della torsione dello stomaco), la vasectomia, la rimozione del testicolo ritenuto sono standard nella nostra struttura e vengono eseguiti regolarmente su cani di razze piccole e grandi e gatti, oltreché su pazienti esotici. I vantaggi di questa tecnica, sono i tempi ridotti di chirurgia, le piccole incisioni chirurgiche, il dolore ridotto per il paziente e l’assenza di degenza postoperatoria. Il paziente recupera rapidamente e torna
alle sue attività abituali, senza risentire generalmente del fastidio del collare Elisabettiano.
Interventi di toracoscopia:
Durante la toracoscopia un endoscopio viene inserito nella cavità toracica e si evidenziano in modo accurato e in ogni suo dettaglio il polmone, la pleura ed il cuore. Nella nostra struttura si eseguono biopsie da tessuto polmonare, dal pericardio, come anche l’asportazione di lobi polmonari in caso di neoplasie (tumori), oltre alla pericariectomia parziale o la finestrazione del pericardio nel caso di pericarditi essudativi o a causa di tumori alla base del cuore e simili patologie. Il vantaggio enorme di questa tecnica è il ridotto trauma chirurgico indotto ed il conseguente rapido recupero dell’animale dopo la chirurgia.
ZOONOSI DEL GATTO
Le malattie trasmissibili del gatto – Cosa c’è da sapere sulle zoonosi ?
In questo articolo vorrei affrontare il problema delle malattie infettive trasmissibili, le quali potrebbero rappresentare un rischio per la salute dell’uomo.
Premetto che il contatto con i gatti, sia in casa che nelle colonie feline, è bellissimo ed anche sicuro sotto il profilo sanitario, purché si rispettino alcune misure igienico-sanitarie.
Dal punto di vista scientifico è dimostrato come il rapporto fra uomo ed animale possa apportare effetti benefici, soprattutto dal punto di vista dei disturbi di tipo psicologico e nel recupero da malattie anche gravi.
Questa teoria, convalidata anche dalla pet-therapy, cioè cura del fisico e della psiche basata sul rapporto fra uomo in difficoltà e animale, conferma i numerosi vantaggi della convivenza con un gatto. Accudire un animale aiuta a far crescere la propria autostima e attenua alcune necessità di tipo affettivo, partendo anche
dal presupposto che gli insegnamenti acquisiti dalla osservazione del comportamento animale si possano riportare nella nostra vita quotidiana.
Le malattie di cui vorrei parlare vengono definite “zoonosi” e rappresentano, in particolar modo, un pericolo per le persone con problemi immunitari e, per questo, limitati nelle loro possibilità di difendersi contro alcuni agenti infettivi.
I più vulnerabili a contrarre una malattia trasmissibile da un animale sono: il feto nel grembo materno, i neonati ed i bambini piccoli, le persone molto anziane, le donne in gravidanza ed i pazienti immunodepressi.
Ad esempio, tra questi individui ad altro rischio di infezione, ci possono essere pazienti che stanno effettuando una chemioterapia, i malati di AIDS e persone che sono state sottoposte ad un trapianto
d’organo, associato ad una terapia immunodepressiva per prevenirne il rigetto.
Infatti, rispetto ad una persona sana, sembra che solo in questi ultimi casi, il contatto con un gatto malato possa dar luogo ad una infezione seria.
Anche se queste malattie sono generalmente molto rare nel gatto, purtroppo si diffondono leggende incredibili e la disinformazione, spesso, dà luogo a paure ed incertezze assolutamente non giustificate.
Con questo articolo, vorrei rispondere ad alcune domande che mi vengono poste frequentemente nell’ambito della mia attività di medico veterinario a Roma, in modo particolare da parte di quelle persone che, malgrado i loro problemi di salute, vorrebbero possedere un gatto domestico.
Quanto sono frequenti le zoonosi ?
Queste malattie sono generalmente molto rare, ma possono essere molto serie, specialmente in persone ad alto rischio.
Chi viene a contatto con animali domestici o nell’ambito del proprio lavoro (veterinario, gattili, colonie feline, etc.), deve essere cosciente di questo remoto ma reale rischio.
E’ molto più probabile infettarsi e contrarre malattie procurate dal contatto con altre persone, che per il contatto con un animale domestico.
Come ci si infetta con una zoonosi?
Ci sono diverse vie di trasmissione, tra le quali il contatto diretto, ma anche quello indiretto con un animale, in modo particolare venendo a contatto con i suoi escrementi, urine, saliva o sangue. Morsi, graffi, contatto con peli contaminati oppure con scodelle, tappeti o trasportini o trappole contaminati, rappresentano un
potenziale rischio di contagio.
Una infezione può essere trasmessa anche tramite un vettore, come pulci o zecca, che prima passa sull’animale e poi all’uomo.
Nella tabella 1) si riassumono alcune zoonosi che possono essere trasmesse dal gatto all’uomo.
Conoscendo le vie di trasmissione, ci si può proteggere lavandosi le mani correttamente ed evitando di venire a contatto con escrementi ed altri liquidi organici, usando guanti in lattice.
Quali leggende girano sulle malattie del gatto ?
Molte malattie infettive sono causa di patologie specifiche di una specie (come qui nel gatto); cioè causano una malattia esclusivamente in una specie (nel gatto) e non si possono trasmettere all’uomo.
Ho sentito persone preoccupate riguardo l’AIDS felino (FIV), la leucemia felina (FeLV) e per l’Herpesvirus
della Rinotracheite infettiva. Nessuna di queste malattie si trasmette all’uomo e non sono, di conseguenza, un rischio per le persone.
Ci sono anche malattie che dall’uomo si possono trasmettere al gatto?
In una serie di casi, invece, è l’uomo la causa di malattia nel gatto, in quanto può trasmettere patologie come la Tubercolosi, oppure l’infezione da Staphylococcus areus multi resistente, germe sempre più diffuso e motivo determinante del grande problema delle infezioni postoperatorie negli ospedali.
Come ridurre il pericolo di infezione per chi è a rischio?
La vita con i gatti è bellissima e sicura sotto il profilo sanitario, anche se devono essere rispettate alcune regole igienico-sanitarie, riassunte qui in seguito.
Nel caso in cui avviene il contatto tra gatto ed una persona considerata ad alto rischio di infezione, diventa
ancora più importante seguire i seguenti consigli.
Lavarsi le mani regolarmente, specialmente dopo il contatto con il gatto e materiale come trasportini, scodelle e la cassettina igienica.
Si consiglia di lavarsi le mani specialmente prima di mangiare, fumare e toccare le lenti a contatto.
L’ambiente nel quale vive il gatto deve essere tenuto pulito ed il cibo non consumato deve essere rimosso prontamente, affinché non diventi attrattiva per insetti, roditori o terreno di coltura per germi.
Gli utensili da cucina per uso umano non devono essere condivisi con il gatto e le cassettine igieniche dovrebbero essere posizionate all’esterno dell’abitazione oppure, almeno al di fuori della cucina.
Il contatto diretto con gli escrementi dovrebbe essere evitato, specialmente quando si nota la presenza di diarrea nel gatto.
Al paziente umano a rischio, che deve pulire la cassettina, si consiglia l’uso di guanti in lattice ed una maschera respiratoria e, comunque, si consiglia il lavaggio delle mani anche se sono stati utilizzati i guanti.
Come buona norma l’asportazione degli escrementi dalla cassettina del gatto dovrebbe avvenire giornalmente. Una volta asportato il materiale granulare sporcato, si può aggiungere nuova lettiera. A
secondo del tipo di lettiera (lettiera tradizionale, cristalli, lettiera biologica, etc.) ed il numero dei gatti che la usano, si rende necessaria la sostituzione completa della lettiera e l’accurata pulizia e disinfezione della
cassettina stessa. Una volta svuotata e lavata con acqua corrente, si consiglia l’uso di una soluzione di ipoclorito di sodio almeno al 5% (varechina), la quale è attiva contro la maggioranza di virus e batteri.
In commercio si trovano anche altri disinfettanti più profumati, in ogni caso è importante sciacquare con acqua corrente ed asciugare prima di rimettere la lettiera e far avvicinare il gatto.
Bisogna ricordarsi, invece, che alcuni disinfettanti sono tossici per i gatti, in particolare quelli contenenti fenoli, glutaraldeide e formalina e che, pertanto, non devono essere utilizzati vicino al gatto.
Si può usare semplicemente anche acqua bollente e lasciare gli utensili, le scodelle in acciaio etc., introdotti
in una apposita pentola, per almeno 10 minuti.
Cosa fare in caso di esposizione al rischio ?
I morsi e le ferite da graffio devono essere lavate immediatamente e, nel caso di un paziente a rischio, ci si deve rivolgere al proprio medico.
Nel caso in cui un gatto leccasse una ferita presente sulla cute dell’uomo, questa deve essere immediatamente lavata e, anche in caso di qualsiasi altro dubbio, è buona norma rivolgersi al medico ed al veterinario di fiducia.
La gestione del gatto in casa di un paziente a rischio
Se un paziente a rischio vuole prendere in casa un nuovo gatto, è meglio prenderne uno preventivamente visitato e controllato da un medico veterinario. Questo controllo deve comprendere un esame per parassiti esterni e parassiti intestinali. Devono essere effettuate tutte le vaccinazioni necessarie ed anche uno screening almeno per salmonelle, campylobacter e cryptosporidium.
Inoltre deve essere effettuato il test per FIV e FeLV, non perché siano malattie trasmissibili all’uomo, ma perché i gatti sieropositivi a queste malattie, tendono a sviluppare più facilmente anche altre patologie.
Anche i denti del gatto devono essere controllati, al fine di ridurre adeguatamente la presenza di germi infettivi nel cavo orale.
Può anche essere preso in considerazione di tagliare delicatamente le unghie, per ridurre il rischio di graffi.
Si sconsiglia assolutamente di alimentare il gatto con carne rossa o di pollo e tacchino cruda o mal cotta, per evitare l’infezione con salmonelle ed altri enterobatteri patogeni, ma anche per prevenire la contaminazione con il temuto toxoplasma.
Bisogna inoltre evitare che il gatto beva da fonti contaminati come il WC.
Le persone con particolare rischio sanitario e grave immunodepressione, dovrebbero valutare se lasciare la
libertà ad un gatto di uscire fuori casa e venire a contatto con altri animali, durante le lotte o la caccia, per poi introdurre nell’ambiente domestico agenti infettivi potenzialmente pericolosi.
Esempi di malattie infettive che potrebbero essere trasmesse dal gatto all’uomo
Ci sono altri aspetti sanitari da conoscere ?
Un altro aspetto sanitario da conoscere, quando si vive o si viene a contatto con i gatti, è quello delle allergie causate dal contatto con la saliva o con il pelo del gatto.
Esistono tanti tipi di allergie che si possono manifestare in modi diversi, alcune persone presentano solo leggeri arrossamenti della pelle, altre prurito dopo il contatto con il gatto o con il pelo lasciato cadere su cuscini o coperte. Altre cominciano a starnutire o a presentare uno sgocciolamento nasale più o meno grave
ma, altri ancora, presentano addirittura una reazione allergica con difficoltà respiratoria ed attacchi di asma.
In genere si tratta di una reazione immunitaria esagerata e di vario grado del nostro sistema immunitario, dovuta al contatto con una proteina specifica contenuta nella saliva del gatto e che, leccandosi, viene diffusa sul suo pelo.
Chi soffre di una allergia di questo tipo, ma non manifesta sintomi gravi, deve impedire al gatto di entrare in camera da letto e deve organizzare le attività di pulizia della casa in modo tale da poter eliminare, in modo efficace e regolare, i peli da tutte le superfici (pavimenti, mobili, tende, etc).
Secondo il mio parere, i consigli su come lavare il gatto o applicare prodotti che riducano le reazioni
allergiche, hanno poco efficacia. Invece, lavarsi le mani dopo aver toccato il gatto ed evitare di toccarsi la bocca ed il viso, riducono il contatto con la proteina ed in conseguenza i sintomi.
Si può anche discutere del problema con un dermatologo o un allergologo, il quale potrebbe prendere in considerazione anche una terapia desensibilizzante, oppure proporre altre terapie per l’emergenza o per la prevenzione.
Si ringrazia il Dott. Lorenzo Magrini, Specialista in Medicina del lavoro, per la revisione dell’articolo.